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L’amministrazione Vita, ammonita dal difensore civico, è costretta alla trasparenza!

La documentazione completa è scaricabile in fondo all’articolo

Oggi vi diamo una bella notizia: la vittoria di una battaglia di civiltà nei confronti di un’amministrazione pubblica notoriamente avversa al tema della trasparenza.

Tutti ricorderete la vicenda della ‘Casa dell’Acqua’: dopo aver fatto richiesta di visionarne gli atti, ci è stato richiesto di impegnarci, formalmente e per iscritto, a non diffondere e mantenere segreto ciò di cui saremmo venuti a conoscenza, mediante la firma di un documento già interamente precompilato dagli Amministratori, il che, ovviamente, oltre a essere contrario agli stessi principi normativi dell’accesso civico, avrebbe reso vana la nostra operazione di trasparenza a vantaggio dell’intera Collettività Satrianese.

Convinti della illegittimità di tale richiesta, abbiamo più volte protocollato al comune le nostre osservazioni e obiezioni ma l’amministrazione è sempre rimasta  sulle sue posizioni.

Noi tuttavia non potevamo cedere davanti a un comportamento tanto illegittimo quanto prepotente ed il giorno 2 marzo scorso abbiamo presentato ricorso all’ufficio del Difensore Civico Regionale di Basilicata (ricorso, per legge, notificato anche al Sindaco di Satriano di Lucania).

Con nostra grande soddisfazione, oggi il Difensore Civico Regionale ci ha comunicato la definizione del ricorso per cessazione della materia del contendere, in ragione della clamorosa retromarcia dell’Amministrazione Comunale che, a seguito del nostro ricorso, si è resa immediatamente disponibile a concedere il richiesto accesso senza neppure attendere che l’Organo Regionale si pronunciasse. Tuttavia, evidentemente riconoscendo in pieno la fondatezza delle ragioni da noi espresse e l’illegittimità del comportamento dell’Amministrazione, il Difensore Civico ha saggiamente ritenuto opportuno puntualizzare al Comune che in nessun caso il diritto di accesso civico o generalizzato può essere subordinato alla assunzione da parte dei richiedenti di particolari obblighi di segretezza o riservatezza in merito ai documenti rilasciati.

E così, alla fine, dopo aver trascorso quattro mesi dietro le paturnie del Sindaco e della sua Amministrazione, un’Autorità superiore ci ha dato ragione.

Ma perché abbiamo dovuto assistere all’ennesima pietosa, ridicola e grave vicenda?

Perché mai Amministratori Pubblici, tenuti alla imparziale applicazione della legge, materia nella quale Sindaco e Presidente del Consiglio Comunale vantano specifica qualificazione, costringono i propri concittadini a ricorrere alle Autorità per ottenere il riconoscimento dei propri diritti, da loro allegramente misconosciuti?

Pensiamo che oltre la volontà di impedirci l’accesso ai quegli atti ci fosse qualcosa di più: l’amministrazione Vita, che ha dimostrato più volte di non gradire l’interessamento dei cittadini alla cosa pubblica, non voleva che si affermasse la possibilità di usare uno strumento concreto per partecipare alla vita politica e amministrativa del nostro paese. Volevano ribadire che ognuno deve stare al suo posto.

E cosa ci dice il consigliere Graziano Langone che in consiglio comunale derubricava con una certa supponenza la vicenda a una semplice questione estetica? Sebbene, essendo il senso estetico collegato alla sensibilità culturale di ognuno, non ci stupiamo che per lui l’assoluta bruttezza di quella scatola sia un fatto di nessuna importanza, ci tocca tuttavia fargli presente che ancora una volta il suo tono si è rivelato fuori luogo.

Tutto ciò rincresce perché addolora dover prendere atto del fatto che a Satriano di Lucania un cittadino che voglia esercitare i propri diritti è costretto a rivolgersi ad autorità superiori, come dispiace anche dover constatare che con questo modo l’amministrazione fa fare all’ente comunale e al paese tutto figure barbine.

Questi erano metodi che potevano funzionare negli anni ’50 ma non oggi, quando i cittadini hanno una consapevolezza enormemente superiore dei propri diritti e degli strumenti che hanno in mano.

Ovviamente, la vicenda non si chiude qui. La nostra non è solo una questione di principio, ma vi è anche la necessità di comprendere come effettivamente funzioni la gestione della casa dell’acqua e di vigilare sull’operato dell’amministrazione. Per questo motivo inoltreremo presto una nuova richiesta di accesso.

Cari amministratori, avevate forse sognato che per cinque anni nessuno vi avrebbe controllato?

Purtroppo per voi, è ora di svegliarvi.


Documentazione

Nota del difensore civico

Nota Difensore Civico Prot. n. 1509 del 9.03.2021

 

Nota dell’Amministrazione

allegato

 

Il nostro ricorso

Ricorso Difensore Civico cc