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Si predica partecipazione e democrazia e si impone l’ambientalismo di facciata

Così come annunciato in precedenza abbiamo partecipato all’ultimo consiglio comunale, proponendoci di presentarvi alcune nostre riflessioni sul contenuto dei punti all’ordine del giorno. Dobbiamo però dire, con tutta onestà, che nessuno dei punti susciti un particolare interesse, specie se dobbiamo calare tali provvedimenti in relazione al comune sentire e alla pubblica utilità.
Anzi, sul regolamento del consiglio comunale dei ragazzi, seguendo le perplessità espresse a riguardo da educatori e pedagogisti, riteniamo che, a scapito della diffusione di questa consuetudine in altri comuni, vi siano non poche insidie educative.
Sul terzo punto, confessiamo di non essere grandi appassionati di Striscia la Notizia, e pur ritenendo condivisibili le intenzioni – effettivamente vedere mozziconi per terra infastidisce e non poco – crediamo che la sua applicabilità sia quantomeno difficile se non impossibile, poiché, pur sottolineando la dimensione sanzionatoria del provvedimento, non si è fatto accenno a quali dovrebbero essere gli strumenti di sorveglianza.
Sul resto segnaliamo l’istituzione di un centro di educazione ambientale per la sostenibilità, di cui aspettiamo concreta realizzazione, e la presenza in Consiglio per la prima volta della nuova segretaria comunale.
Ci pare, invece, degno di un approfondimento il regolamento sugli eventi eco-sostenibili, recentemente pubblicizzato sulla stampa locale e attenzionato anche dal gruppo Obiettivo Comune. Anzitutto non possiamo che, ancora una volta, trovare fuori luogo, mistificatorio e subdolo, il vantarsi di una unanimità che non è frutto di confronto con la minoranza – parte che seppur espressione di una lista civetta non può perdere il contatto con la propria dignità nel rispettare i doveri di una opposizione ed avere dunque un atteggiamento quantomeno dialettico – ma di una impostazione meccanica e acritica, non utile, anzi dannosa, dunque, per la collettività.
Entrando nel merito, il regolamento proposto dall’amministrazione poggia su principi che non possono non essere condivisibili, ma il ruolo di un amministratore è quello di trasportare i principi e i valori di una giusta causa in previsioni normative ed in azioni praticabili e concrete; insomma ci sembra che il principio ispiratore del regolamento sia quello di realizzare progettualità e di perseguire obiettivi di facciata, e un po’ di vanità, soprassedendo a quei “percorsi di razionalità” che, a detta del filosofo Martin Buber, sarebbero la caratteristica dell’arte politica.
Riteniamo valide molte delle osservazioni proposte dai componenti di Obiettivo Comune, che nel loro articolo hanno sottolineato gli aspetti tecnici della questione che chi amministra non può ignorare. Aggiungiamo che sarebbe forse meglio che la rivoluzione ambientale, quella della nostra generazione, iniziasse, ad esempio, eliminando quelle discariche abusive che ancora degradano il nostro territorio e per le quali evidentemente “i giorni dell’abbandono” non sono ancora finiti.
Al di là dei nove articoli che compongo il regolamento, su cui ci sarebbe tanto da dire, e su cui chiederemo, attraverso una interrogazione scritta, spiegazioni in merito, la cosa che ci sconvolge è che il carattere di questa azione amministrativa sia basata, sull’intenzione di obbligare piuttosto che educare, di essere depositari di una verità da dover imporre e non di una idea da condividere in un comune cammino di crescita.
Che si riformi, dunque, questo regolamento, il Sindaco e la sua Giunta si attivino, evitando altri imbarazzi e praticando un reale e vero confronto con i cittadini, con gli esercenti commerciali e con le associazioni, rispettando ciascuno e ascoltando le relative istanze così da attuare un ambientalismo autentico, davvero possibile.

                   Positino – Zuroli