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Sindaco di Satriano: sull’IRPEF “taci o di’ qualcosa migliore del silenzio”

Il punto sulla questione IRPEF a Satriano.

Una rapidissima premessa di carattere politico

Il consigliere Langone, che conosce le leggi del mondo e benevolmente ce ne fa dono, sinceramente rammaricato di non avere contraddittorio in Consiglio Comunale (minoranza), ha precisato che il gruppo Per Satriano fa parte della maggioranza (grazie, per avercelo spiegato, noi non lo avevamo capito). 

Peraltro, più volte gli amministratori hanno trovato ‘strano’ doversi confrontare con chi non essendosi impegnato in una competizione elettorale, si professa quale organo di stampa e, in quanto tale, invitato a toni più confacenti al suo ruolo (il che significa: stare al proprio posto).

Al riguardo, siamo costretti a ricordare che, come è possibile leggere in qualsiasi testo di educazione civica destinato agli alunni della scuola primarie, in REGIME DEMOCRATICO LA PARTECIPAZIONE ALLA VITA PUBBLICA DELLA COMUNITÀ È PREROGATIVA DI TUTTI I CITTADINI, nessuno escluso, costituendo, oltre che un diritto costituzionalmente garantito, altresì, un dovere, per l’appunto, civico.
Questa è un’ovvietà per chiunque, ma difficile da comprendere per i nostri Amministratori.

Ci permettiamo anche di consigliare di desistere da questi continui e ridondanti appelli al senso di comunità e al fatto che occorra remare tutti nella stessa direzione, ossia condividere supinamente le loro decisioni: in democrazia la pluralità delle posizioni ed il contraddittorio costituiscono un valore vitale e non può esservi unità senza verità. E la verità riguardo alla questione IRPEF è, come vedremo, che l’Amministrazione Vita mente coscientemente.

Venendo a noi: la questione IRPEF

Nel corso della recente seduta Consiliare del giorno 24.07.2020, il Sindaco, prendendo finalmente posizione su un quesito postogli ripetutamente da oltre tre mesi, ha dichiarato che l’incremento dell’addizionale Irpef comunale dello 0,3% -Delibera di Consiglio Comunale n. 12 del 16.04.2020- sarebbe stato disposto in doverosa, obbligatoria applicazione della legge 296/2006; lo stesso giorno, sulla pagina Facebook di ‘Satriano Riparte’ è stato pubblicato un post che ribadisce il concetto:
«Al mancato rispetto del patto di stabilità la legge 296 del 2006 comporta un aumento dell’addizionale IRPEF comunale dello 0,3% … Tale adempimento è obbligatorio e doveva essere compiuto nel 2016. Per evitare ulteriori sanzioni e rispettare la legge con delibera di giunta n. 12 del 16.04.2020 siamo stati costretti ad aumentare l’addizionale IRPEF dello 0,3% perché nel 2015 non è stato rispettato il patto di stabilità interno.»

Prendendone atto, purtroppo siamo costretti a rilevare che la laconica spiegazione fornita, oltre che tardiva, è mendace: NON RISPONDE AL VERO QUANTO SOSTENUTO DAL SINDACO, OSSIA CHE LA LEGGE 296/2006 OBBLIGASSE GLI AMMINISTRATORI COMUNALI DI SATRIANO AD INCREMENTARE L’ALIQUOTA DELL’ADDIZIONALE IRPEF NELLA MISURA DELLO 0,3% (O IN ALTRA MISURA).

Preliminarmente, va osservato che la legge 296/2006 disciplina il patto di stabilità interno per gli enti locali, e tra questi i Comuni con popolazione superiore a 5.000 abitanti (art. 1, comma 676), sicché è lecito dubitare della sua applicabilità al Comune di Satriano di Lucania, posto che per i Comuni con popolazione compresa tra i 1001 ed i 5.000 abitanti la disciplina del patto di stabilità interno è quella dell’art. 31 della L. 183/2011.

Essendo la legge 296/2006 liberamente consultabile sul web, ci limiteremo a richiamare sinteticamente le disposizioni riguardanti la vicenda, nel rispetto della verità, a vantaggio di chi voglia conoscere gli effettivi termini della questione.

 

Le disposizioni della Legge 296/2006:

In base all’art. 1, comma 686, L. 296/2006, i Comuni sono obbligati a comunicare entro il 31 marzo di ogni anno al MEF (Ministero dell’economia e finanze) una certificazione al fine di consentire la verifica del rispetto degli obiettivi del patto di stabilità interno relativamente all’anno precedente;

nel caso in cui il MEF verifichi che il Comune non ha rispettato i suddetti vincoli, la legge (art. 1, comma 691) prevede l’attivazione del seguente procedimento:

  1. il Presidente del Consiglio dei Ministri diffida il Comune ad adottare, entro il 31 maggio dell’anno successivo a quello in cui si è verificata l’infrazione, i provvedimenti necessari al riassorbimento dello scostamento dagli obiettivi del patto di stabilità, provvedimenti che dovranno essere comunicati al MEF – Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato, entro il 31 maggio dello stesso anno (attenzione: la legge non parla affatto di aumento dell’addizionale comunale Irpef ma, in generale, di ‘necessari provvedimenti’ la cui individuazione e misura è rimessa all’Ente);
  2. se l’Ente non provvede, il Sindaco in qualità di commissario ad acta deve adottare i provvedimenti necessari al riassorbimento dello scostamento dagli obiettivi del patto di stabilità che dovranno essere comunicati al MEF – Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato, entro il 30 giugno dello stesso anno (attenzione: ancora una volta, la legge non parla affatto di aumento dell’addizionale comunale Irpef ma, in generale, di ‘necessari provvedimenti’ la cui individuazione e misura è rimessa, stavolta, al Sindaco nelle funzioni di commissario ad acta);
  3. se, a seguito della diffida intimata dal Presidente del Consiglio dei Ministri, il Comune, prima, ed il Sindaco commissario ad acta, poi, non hanno adottato i necessari provvedimenti, il MEF – Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato, allo scopo di assicurare al contribuente l’informazione necessaria per il corretto adempimento degli obblighi tributari, cura la pubblicazione sul sito informatico indicato dalla legge (comma 685) degli elenchi contenenti i Comuni che non hanno rispettato il patto di stabilità interno, di quelli che hanno adottato opportuni provvedimenti nonché di quelli per i quali i Sindaci commissari ad acta non hanno inviato la prescritta comunicazione.
  4. l’inserimento del Comune nei suddetti elenchi obbliga automaticamente i contribuenti, e per loro i commercialisti ed i CAF, a calcolare l’imposta maggiorando l’aliquota dell’addizionale Irpef comunale vigente dello 0,3 per cento, come conseguenza diretta ed immediata dell’inserimento del Comune nell’elenco predisposto dal Ministero: l’incremento dell’aliquota non è subordinato alla adozione di un provvedimento da parte del Comune (Delibere di Consiglio, di Giunta etc.) ma si attua, lo ribadiamo, automaticamente per effetto immediato della inclusione del Comune nell’elenco sopra citato, non è soggetto al divieto di incremento delle imposte locali (su quest’ultimo punto è d’accordo anche il Sindaco) e decorre dall’anno successivo a quello della registrata infrazione.

Secondo l’autorevole interpretazione del Servizio Studi della Camera dei Deputati: «… la nuova disciplina introduce un meccanismo di automatismo fiscale, che prevede l’incremento delle aliquote dell’addizionale comunale all’IRPEF … che si attiva qualora l’ente, a seguito della diffida del Presidente del Consiglio dei Ministri, non adotti autonomamente le necessarie misure per il riassorbimento dello scostamento» (sforamento del patto di stabilità interno).

Fatta questa premessa, che speriamo non sia stata troppo noiosa, occorre sottolineare che nei confronti del Comune di Satriano di Lucania il procedimento di infrazione previsto dalla legge 296/2006, sopra descritto non è stato attivato.

In particolare, a seguito dello sforamento del patto di stabilità registrato nell’anno 2015:

  • il Comune di Satriano di Lucania NON è stato diffidato dal Presidente del Consiglio dei Ministri alla adozione dei provvedimenti necessari al riassorbimento dello scostamento (art. 1, comma 691);
  • conseguentemente, il Sindaco dell’epoca ing. Vincenzo Pascale NON ha assunto le funzioni di commissario ad acta per l’adozione dei provvedimenti necessari al riassorbimento dello scostamento (art. 1, comma 691);
  • il Comune di Satriano di Lucania NON è stato iscritto negli elenchi degli Enti irrispettosi delle prescrizioni del patto di stabilità interno;

su quanto precede, ovviamente, restiamo in attesa di eventuali pubbliche smentite da parte del Sindaco, debitamente e puntualmente documentate.

CONCLUDENDO

nel nostro Comune, lo sforamento del patto di stabilità verificatosi nell’anno 2015 ha esaurito i propri effetti nell’applicazione delle sanzioni previste dalla legge n. 12.11.2011 n. 183, che non hanno comportato aggravi delle imposte a carico dei cittadini e si sono esaurite nell’anno 2016 (non si comprende, pertanto, quali sarebbero le ulteriori sanzioni cui, secondo il Sindaco Vita, il Comune sarebbe stato esposto in caso di mancato incremento dell’aliquota comunale Irpef); anche su questo, restiamo in attesa di eventuali pubbliche smentite da parte del Sindaco, debitamente e puntualmente documentate.

PER QUANTO PRECEDE, È CONFERMATO CHE, PUR A SEGUITO DELLO SFORAMENTO DEL PATTO DI STABILITÀ NELL’ANNO 2015, PER I CITTADINI DI SATRIANO DI LUCANIA NON VI ERA ALCUN OBBLIGO DI AUMENTO DELL’ALIQUOTA ADDIZIONALE COMUNALE IRPEF (al riguardo, non risulta che nessun Satrianese abbia subito procedure di accertamento da parte dell’Agenzia delle Entrate per avere pagato, dal 2016 ad oggi, l’addizionale Irpef in misura del 5%).

L’AUMENTO DELL’ALIQUOTA ADDIZIONALE COMUNALE IRPEF, DELIBERATO IN MISURA PERCENTUALE DEL 60%, È FRUTTO ESCLUSIVAMENTE DI SCELTA POLITICO-AMMINISTRATIVA E NON ADEMPIMENTO DI OBBLIGO DI LEGGE.