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Dove eravamo rimasti

Siamo ben felici che finalmente l’amministrazione comunale si apra al dibattito e si concentri sui contenuti.
Una bella notizia dopo un anno di amministrazione.
Certo ci pare strano che un gruppo politico il cui primo atto è stato insultare e dare del “ridiculous chic” a chi era semplicemente reo di non pensarla come loro, diventi ora il paladino della moderazione.
Ma tranquilli, noi siamo persone estremamente gioviali che non si offendono né tantomeno si lasciano intimidire.
Non intendiamo rispondere alle provocazioni né intenzionalmente esacerbare ulteriormente la discussione: non appartiene al nostro modo di agire e soprattutto di essere.
Permetteteci però di dire che riteniamo veramente fuori luogo il tono della risposta di Satriano Riparte e, dunque, dell’Amministrazione Comunale.
Una risposta che si conclude invitandoci ad assumere toni più pacati e confacenti al nostro ruolo, quasi a dire: state al vostro posto.
Indubbiamente abbiamo un diverso e distinto concetto di impegno civile, che per noi si materializza in quella pratica, non già caratterizzata dalla carica o dalla funzione, che muove le persone ad interessarsi del destino della propria comunità e della propria terra, esprimendo senso di appartenenza, sentimento di amore e rispetto delle persone e del luogo.
Ci invitano ad avere toni più confacenti al nostro ruolo: non abbiamo di certo intenzione di enumerare i fulgidi esempi di giornalismo critico o tentare di spiegarne l’importanza ed il valore, ma se proprio vogliamo parlare di come si adempie al proprio ruolo crediamo che sia più interessante concentrarsi a valutare l’azione del gruppo di minoranza.
Ma ad ogni modo quale sarebbe il nostro ruolo?
Quello di chi non essendosi candidato non avrebbe diritto di esprimere liberamente il proprio pensiero sull’attività degli amministratori?
Noi invece siamo dell’idea che in un regime democratico e pluralista, a meno che non vi sia in programma di sospendere la libertà di espressione (ovviamente, non occorre precisare che è una battuta), chiunque abbia il diritto e anche il dovere civico di esprimere il proprio pensiero sulle vicende che riguardano la vita pubblica della comunità già solo per il fatto di essere un cittadino.
In quanto cittadini, riteniamo che il nostro ruolo non sia quello di rompere le uova nel paniere o di aizzare il popolo, ma di creare uno stimolo alla discussione e al dibattito, che è il modo in cui meglio, viste le nostre attitudini e le nostre inclinazioni, ci sentiamo di partecipare utilmente ed attivamente alla vita pubblica della nostra società.
Lo facciamo da sempre, a maggior ragione sentiamo il dovere di farlo in una situazione politicamente anomala come quella che da un anno a questa parte stiamo vivendo e in cui crediamo che una voce fuori dal coro possa essere stimolo all’amministrazione stessa ed utile a superare questa condizione di appiattimento in cui molti lamentano di essere.
Ci hanno detto di voler essere collaborativi e noi possiamo solo apprezzare questa novità, visto che nessuna delle tante proposte che abbiamo inviato al comune – depositate e debitamente protocollate – quale segno tangibile della nostra volontà di collaborare, ha mai ottenuto una minima risposta che già solo la buona educazione pretenderebbe.
Forse, per alcuni, collaborare significhi starsene zitti?
Siamo stati attaccati su vicende sulle quali mai ci siamo pronunciati o abbiamo anche solo pensato di farlo mentre non abbiamo ottenuto nessuna risposta su questioni che ci stanno molto a cuore come la nostra proposta di utilizzare i fondi royalties per sostenere famiglie e attività colpite da questa crisi.
Infine non è nostra intenzione dilungarci a commentare i costanti riferimenti alla scorsa amministrazione di cui è pieno zeppo il post di Satriano Riparte, perché noi non siamo i referenti della precedente amministrazione e soprattutto perché non abbiamo voglia di impantanarci a parlare del passato; non siamo animati da sentimenti nostalgici ma da quella “smania” di affrontare il presente e prepararci al futuro. Poi, è ovvio, le azioni e le attività di una amministrazione rimangono in atti e documenti dai quali chiunque può evincere la verità.
Vogliamo però ribadire alcuni punti, quelli che in qualche modo hanno coinvolto le Persone.
Lo facciamo perché per cultura e convinzione crediamo che la Persona rimanga sempre e comunque al di sopra di tutto.

  • Per quel che riguarda lo stipendio del sindaco, abbiamo immediatamente provveduto a rettificare la notizia dell’aumento che, sebbene previsto dalla legge che abbiamo citato, ad oggi non è stato ancora applicato dal sindaco Vita e non si sa, però, se sarà applicato in seguito.
  • Nessuno ha parlato di permessi spettanti all’assesore Vignola e di cui egli non ha approfittato, sicché il riferimento alla questione è incomprensibile a meno che non si tratti di una strumentalizzazione che il capo della comunicazione ha ideato in mancanza di argomenti.
  • Sull’indennitá del presidente del consiglio comunale, abbiamo detto di non aver trovato in bilancio traccia della cessione all’Ufficio sociale. Ma, lo diciamo ancora una volta, non abbiamo mai detto che la rinuncia non ci fosse stata

Ecco parliamo di riferimenti normativi e raccontiamo circostanze documentabili. Niente di più!
Ribadiamo che ci interessa parlare del presente e del futuro, e in questo senso c’è una questione sulla quale non possiamo assolutamente soprassedere ed è quella sull’aumento dell’Addizionale Comunale dell’IRPEF, tassa che coinvolge la quasi totalità dei contribuenti del nostro Comune. Le nostre considerazioni nascono direttamente dai provvedimenti emanati dall’amministrazione e dai lavori del Consiglio Comunale. Perchè è chiaro, l’unico modo in cui una Pubblica Amministrazione comunica all’interno e all’esterno è con gli atti, non con le chiacchiere.
Ci dite che l’aumento dell’aliquota addizionale IRPEF, purtroppo, sarebbe stato un adempimento dovuto per legge, non dipendente dall’operato degli ultimi 12 mesi ma dal mancato rispetto del patto di stabilità nell’anno 2015, e che l’intervento preventivo avrebbe solo evitato ulteriori penali.
Resta il fatto, però, che nella delibera di Consiglio non vi è nessun riferimento alla disposizione di legge che renderebbe obbligatorio l’aumento che, per correttezza formale, doveva essere richiamata per prima.
Riteniamo, perciò, che l’amministrazione debba provvedere ad indicare i precisi riferimenti normativi (legge, articolo, comma) che impongono l’obbligatorio aumento dell’aliquota nella misura dello 0,3% e ad integrare la delibera. Lo deve come forma di dovere e rispetto del principio di trasparenza.
I Satrianesi hanno il diritto di vederci chiaro.
Rimaniamo in fiduciosa attesa della pubblicazione di una precisa quanto doverosa nota da parte dell’Amministrazione Comunale.

R.P. – A.Z.