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I giorni dell’abbandono cedono il passo a quelli della confusione

Noi non vogliamo perseguire battaglie di carattere personale; non vogliamo che il dibattito politico vada verso una deriva pericolosa e dannosa per tutta la comunità.
Partiamo dal presupposto fondamentale che la politica di per sé non è un fatto personale. Con Spinoza, possiamo dire che ci approcciamo alle azioni non per deriderle, non per compiangerle né per odiarle ma per comprenderle.
Detto questo, però, bisogna allo stesso tempo essere chiari: la politica è anche responsabilità di pensiero e di azione; è capacità di assumersi il coraggio delle scelte nei confronti di tutti.
Pensavamo che la campagna comunicativa “Sono finiti i giorni dell’abbandono”, promossa dall’amministrazione Vita, si riducesse e scomparisse dopo le effervescenze del periodo immediatamente successivo all’elezione.
Ancor più inopportuno ci pare il fatto che tale campagna venga condotta sulla pagina Facebook del Comune, pagina istituzionale che dovrebbe limitarsi a informare i cittadini evitando di scadere in propaganda politica. È oltretutto fuori luogo inserire l’hashtag di Satriano Riparte nei post che vengono pubblicati su questo canale, in quanto trattasi della denominazione di un gruppo politico in cui non tutti i satrianesi si rispecchiano, come hanno invece il diritto di rispecchiarsi nell’istituzione comunale di cui quella pagine è espressione. Non si tratta di una pretestuosa polemica, poiché in questo caso la forma è sostanza ed indica una precisa ed inopportuna concezione della presenza nelle istituzioni, istituzioni che dovrebbero rappresentare e servire l’intera cittadinanza.
La campagna “Sono finiti i giorni dell’abbandono” restituisce una visione falsata e faziosa della realtà, come se non fosse evidente che il processo di cura e manutenzione di un territorio e di un paese è complesso e mai definitivamente risolutivo.
Ma andiamo al caso specifico che non solo conferma ciò che appena abbiamo asserito ma pone in evidenza una condizione di imbarazzo che coinvolge politicamente tutta l’amministrazione; un imbarazzo che molti di loro non meritano affatto.
Sempre ed ovviamente dalla pagina Facebook del Comune, l’altro ieri è stato pubblicato un ennesimo post dal titolo “SONO FINITI I GIORNI DELL’ABBANDONO”, riferito ad una attività straordinaria di manutenzione operata nel Parco Spera.
Un luogo – riteniamo – può dirsi effettivamente in stato di abbandono quando perdura da anni una condizione di desolante assenza di cura e di manutenzione, quando non è frequentato ed è divenuto inaccessibile.
Leggendo il post ci siamo dunque chiesti se effettivamente il parco spera potesse essere considerato un luogo abbandonato, ricordandoci che il parco viene pulito in occasione del Carnevale. Siamo andati a sbirciare sull’Albo Pretorio e abbiamo potuto appurare che anche quest’anno è stata deliberata in data 27 febbraio la pulizia del sottobosco di Parco Spera. L’ultimo intervento manutentorio risale dunque a tre mesi prima l’inizio del nuovo mandato amministrativo e otto mesi ad oggi.
Un tempo che certamente non può qualificare un luogo come abbandonato e dominato da sporcizia, da rovi e da incuria.
Ma in questo vi è un dato di enorme portato politico. L’affidamento dei lavori di pulizia era destinato all’associazione Al Parco, dietro compenso di 3000 €. Ora, ci pare di ricordare che fra i principali responsabili dell’Associazione Al Parco vi sia il nostro attuale vicesindaco, e non vorremmo che anche lui sia complice dell’incuria che denuncia.
Un passo falso che – è evidente – pone nelle condizioni molti dell’amministrazione a provare un grande imbarazzo perché costretti a rispondere, come gruppo, alle contraddizioni ed ambiguità insite in alcuni componenti della Giunta e a quel loro approccio superficiale che di certo non onora l’istituzione comunale. Un’approssimazione mista ad opportunismo che non è conforme alle ambizioni di cambiamento e di novità che questa amministrazione ha professato e promesso.
Dunque, come dicevamo, l’amministrare è altra cosa del comunicare.

 

ALLEGATI

Allegato 1

Allegato 2