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Ricomincia la scuola: educare, non solo istruire

Domani anche i ragazzi di Satriano e della nostra Basilicata ritorneranno fra i banchi. Pensiamo che quest’anno sia veramente un giorno di festa e un simbolo di rinascita dopo mesi così difficili.
A scuola si impara a leggere e a contare, si apprendono la storia e le scienze, si sviluppano competenze specifiche e abilità. Tuttavia, se la limitassimo a un luogo nel quale si viene semplicemente istruiti, ci sfuggirebbe il suo tratto fondamentale. Il verbo istruire, infatti, viene dal latino instruere, che significa letteralmente mettere dentro, inserire. In questo senso insegnare significa trasmettere nozioni all’alunno. La scuola, tuttavia, è chiamata a fare di più: la sua vera vocazione consiste nell’educare, che vuol dire condurre fuori, trarre fuori (dal latino educere). Si tratta allora di aiutare e stimolare i ragazzi a sviluppare la propria personalità, a crescere secondo le proprie aspirazioni, a conoscere sé stessi per poter vivere con gli altri. L’educazione, diceva Maritain, è un risveglio dell’umano.
Ed è sempre alla scuola e alla scuola pubblica, il nostro più grande patrimonio, che è affidato il compito di educare buoni cittadini che abbiano senso dello Stato e consapevolezza della dimensione sociale oltre che di quella individuale, affinché possano un giorno arrivare a occuparsi della cosa pubblica come di qualcosa che non è di nessuno proprio perché sia di tutti.
È il Bene Comune la cosa più importante e preziosa che una scuola deve insegnare. Per questo riteniamo che chiunque, al dì là delle proprie posizioni ideologiche e politiche, debba fare proprio lo spirito dell’ex primo ministro inglese Tony Blair, il quale alla domanda su quali fossero le sue tre principali priorità di governo rispondeva: “Education, education, education”.
Un pensiero particolare lo rivolgiamo agli insegnanti che sono gli eroi quotidiani del nostro tempo e che in questi mesi si sono impegnati per essere vicini ai ragazzi anche attraverso mezzi scomodi e che per tutti questi motivi riteniamo svolgano la funzione e il ruolo più importante che ci sia, e ai dirigenti scolastici col personale ATA, cui oggi sono demandate ancora più importanti responsabilità per garantire il diritto allo studio a tutti i ragazzi.
E ci piace notare che il nostro augurio vi giunge il giorno in cui ricorre l’anniversario della nascita di Aldo Moro, che per qualche mese fu studente a potenza presso il liceo Quinto Orazio Flacco. Egli, che fu anche ministro dell’istruzione, dall’alto del suo ingegno intellettuale e politico aveva intuito appieno l’importanza e la funzione della scuola, tanto da pensare e volere l’introduzione dell’educazione civica fra gli insegnamenti che i giovani avrebbero dovuto seguire.

BUON ANNO A TUTTI!