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Uovo di Pasquetta con sorpresa

Se dal punto di vista amministrativo hanno già dato prova della loro inconsistenza e incapacità, dobbiamo dire che il gruppo Vita riserva sempre sorprese divertentissime.
Una delle novità che ha già fatto ridere di gusto mezzo paese è stata quella di fissare un consiglio comunale alle 9:30 del mattino, e per giunta il giorno di Pasquetta. Una cosa di cui sarebbe capace, già solo per senso della decenza, solo la più strampalata amministrazione che l’italica nazione conosce.

E a riprova del fatto che non si è trattata di un’emergenza, ma solo di enorme superficialità e – ancora una volta – di spregio verso la popolazione, è il dato incontestabile che la seduta è stata convocata con formula ordinaria e non già straordinaria.

Ma visto che il sindaco ha spiegato che la causa di questa scelta sarebbe dovuta a esigenze personali della segretaria, evitiamo di perseverare su questo punto, approfittandone anzi per inviare alla dottoressa i nostri più sentiti auguri in vista dell’intervento a cui si dovrà sottoporre.
Ma andiamo oltre.

Il consiglio di Pasquetta, di una certa importanza già solo per il punto riguardante l’approvazione del rendiconto di gestione, cela in sé l’adozione di un regolamento che certamente ha un valore politico enorme.
Un regolamento che, per la prima volta a Satriano, disciplina le sedute collegiali comunali in modalità telematica, prima previste dallo stato di emergenza nazionale, e la cui scadenza, il 31 marzo, ha imposto questa nuova priorità all’amministrazione.

Un fatto che in una situazione normale non desterebbe alcun interesse, dato che è stata la stessa Anci a produrre nelle scorse settimane un documento contenente le linee guida per l’applicazione di questa modalità di adunanza degli organi collegiali. Ma, come è ormai ben noto, la nostra non è una situazione normale. Difatti, è la stessa proposta di articolato dell’ANCI a parlare di “esigenze straordinarie connesse ad eventi eccezionali ed imprevedibili, nonché in presenza di uno stato di emergenza”, condizioni rispetto alle quali nulla dice il regolamento approvato dal Consiglio.

Viene dunque da chiedersi se questa modalità sia stata pensata dall’amministrazione per fare fronte a situazioni straordinarie o se sia invece destinata a diventare frequente ed ordinaria.

Esatto: sappiamo che voi che leggete avete già capito tutto, ma andiamo per gradi.

Anzitutto, Vita affida la presentazione del regolamento a una componente della minoranza che legge i sei articoli del documento: quindi, la maggioranza si libera del fardello e passa l’onere alla minoranza.

Votano all’unanimità, introducendo il regolamento senza però fare i conti con la loro dignità, che imporrebbe altre scelte.

Sì, perché adottando questo regolamento non hanno fatto altro che consentire che un assessore possa continuare a ricoprire la carica anche da un altro continente, magari negli Stati Uniti d’America, senza vivere qui a Satriano, continuando a determinare in maniera evidente la politica di questo gruppo e percependo l’indennità, a meno di rinunce finora non pervenute e che comunque non cambierebbero la sostanza della questione che è di tipo squisitamente politico.

Soprattutto, con questo voto hanno reso palese ciò che il “capo” pensa di loro: nessun consigliere è capace o meritevole di fare l’assessore; nessuno può ricoprire quella carica se non chi già lo fa. In questo senso, bisogna riconoscere all’assessore la capacità di imporsi all’interno del suo gruppo, determinandone gli equilibri e vedendosi riconosciuto un valore superiore rispetto ad ogni altro componente del gruppo e una leadership maggiore di quella dello stesso sindaco, cosicché nessun altro, neanche gli stessi componenti della minoranza che pure si ostinano ad affermare di essere parte della maggioranza, esiga il ruolo o si limiti anche solo a sollevare il tema. Ecco perché da questo punto di vista possiamo solo complimentarci con l’assessore per la capacità di esercitare il suo peso politico. Chapeau.

Le cose sono a tutti chiarissime. Il voto unanime, che regna indisturbato nel consiglio comunale a sostenere questa posizione di subalternità, distrugge la dignità e la libertà di chi lo pratica.