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A SATRIANO L’ACQUA È TORBIDA

La casa dell’acqua come esempio di inadeguatezza politica

Anche in occasione dell’ultimo giorno dell’anno, l’amministrazione Vita, abituata a condire di enfasi la sua comunicazione, con il post sui dati della casa dell’acqua, ha confermato oltre ogni ragionevole dubbio che legge con molta attenzione i nostri articoli, tenta di screditarli, ma non ha il minimo coraggio di rispondere. Nemmeno quando ufficialmente le vengono richiesti gli atti, quando viene chiamata a operare in trasparenza e a dare spiegazioni alla cittadinanza. 

Che questa amministrazione voglia distinguersi sul piano dell’ecologia è da tempo cosa nota a tutti, del resto tutti in paese sanno chi realmente dà l’indirizzo all’azione politica. Un peso politico che pare del tutto incomprensibile e immotivato, già solo per il fatto che siamo l’unico paese al mondo ad avere un vice sindaco che esercita il proprio ruolo dagli Stati Uniti d’America, a migliaia e migliaia di chilometri di distanza. 

È evidente che il messaggio che passa è che di meglio non c’è; tant’è che per loro è stato impossibile anche trovare donne, nei loro gruppi ed esternamente, per ricoprire il ruolo di assessori (l’attuale giunta è tutta al maschile, nonostante in consiglio siedano due donne e si possa attingere anche fra le cittadine non elette).

Ma a parte questo tema – che non è di secondaria importanza, perché esprime effetti anche sulla tranquillità della nostra comunità – ritorniamo alla casa dell’acqua. 

Condividiamo con voi due dati:

  1. Ma questo apparecchio non dispensava già acqua addizionata? Dunque, non forniva già acqua gassata?
  2. L’amministrazione, ritenendo che Satriano debba dare il suo contributo, impegna gran parte della sua azione politica sulle tematiche connesse alla questione ecologista. Ma in termini di opportunità e in termini economici il risparmio non si vede affatto. Anzi, abbiamo sborsato soldi in maniera cospicua, e senza alcun risultato positivo. 

Come sapete, quando ci siamo recati a ritirare i documenti inerenti alla casa dell’acqua (che avevamo richiesto con prot. 5633/2020), ci era stato chiesto di firmare un atto in cui ci impegnavamo a non diffonderli, pretesa alla quale abbiamo sollevato numerose obiezioni (prot n. 6680). Ci è giunta una nuova comunicazione (che vi alleghiamo) in cui si parla di “funzione stringente dell’accesso”. Tuttavia nelle linee guida pubblicate dall’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) si legge quanto segue: «tale nuova tipologia di accesso civico risponde all’interessamento di assicurare ai cittadini (= A “CHIUNQUE”), indipendentemente dalla titolarità di situazioni giuridiche soggettive, un accesso a dati, documenti e informazioni detenute da pubbliche amministrazioni e dai soggetti indicati nell’art.2-bis del d.lgs 33/2013 come modificato dal d.lgs 97/2016.»

Ma quali sono gli interessi a tutela dei quali la legge effettivamente limita all’accesso agli atti? 

Ve li vogliamo elencare tutti così potrete aiutarci a capire in quale caso è inquadrabile il nostro:

 1.

  1. la sicurezza pubblica e l’ordine pubblico 
  2. la sicurezza nazionale 
  3. la difesa e le questioni militari 
  4. le relazioni internazionali 
  5. la politica e la stabilità finanziaria dello Stato 
  6. la conduzione di indagini sui reati e il loro perseguimento 
  7. il regolare svolgimento di attività ispettive  
  1. la protezione dei dati personali, in conformità con la disciplina legislativa in materia
  2. la libertà e la segretezza della corrispondenza;
  3. gli interessi economici e commerciali di una persona fisica o giuridica, ivi compresi la proprietà intellettuale, il diritto d’autore e i segreti commerciali. 

Non sappiamo voi, ma noi, pur senza voler sminuire la paventata caratura politica globalmente riconosciuta ai nostri amministratori, per quanto ci sforziamo, abbiamo difficoltà a capire in che termini la casa dell’acqua sia una questione internazionale, coinvolga la sicurezza nazionale o imperscrutabili segreti commerciali (la ricetta della Nutella o la formula chimica della Coca Cola?).

Sul rendiconto di fine anno hanno detto che per stimolare i cittadini alla partecipazione verso la cosa pubblica hanno pensato un sistema di messaggistica istantanea. Non vi nascondiamo che se fosse una battuta… non ci farebbe ridere comunque.

Ma stiamo scherzando? WhatsApp sarebbe il modo di rendere la cittadinanza partecipe della cosa pubblica? Vi facciamo presente che stranamente la legge, invece che parlare di Facebook e WhatsApp, inserisce fra i motivi a fondamento dell’accesso agli atti letteralmente quello di “favorire il dibattito pubblico”. Dibattito pubblico che l’amministrazione sembra, invece, avere molto interesse a silenziare (il coraggio delle scelte e del confronto non sono virtù che posseggono tutti). Noi comunque non ci arrendiamo.

Come se non bastasse, (della serie non c’è limite al peggio) l’amministrazione ha annunciato che installerà una seconda casa dell’acqua, questa volta capace di erogare acqua frizzante (Ma l’apparecchio installato al Tuoppo non dispensa già acqua addizionata? Dunque, non forniva già acqua gassata?). 

A noi pare una decisione priva di qualsivoglia senso: dopo una prima spesa di 2000€ di cui non si vedono i risultati, ma solo un apparecchio fatiscente e inefficiente (al netto di tutte le altre spese), le tasche dei satrianesi aspettano di essere depauperate di altri fondi per l’acquisto di un macchinario di cui disponiamo già e di cui stentiamo a vedere i benefici, anzi, per il momento stentiamo a vederne anche i documenti.

IL CARTEGGIO COMPLETO

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