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Cosa si nasconde sotto il Rumit

È autunno e le foglie (di edera) cadono. È tempo di alcune domande sulla gestione della festa.

Se dovessimo individuare i simboli in cui si rispecchia l’identità del satrianese, fra questi dovremmo sicuramente annoverare San Rocco e il Carnevale. Ora, non è certo nostra intenzione imbastire un improprio confronto fra due feste così diverse, ma ci limitiamo tuttavia a individuare un carattere comune che le rende necessariamente oggetto di dibattito: entrambe sono (o quanto meno dovrebbero essere) feste di popolo. Pensiamo al fatto che le feste patronali vengono realizzate per la disponibilità, la pazienza e anche il coraggio di un gruppo di volontari e finanziate sopratutto grazie alla generosità di un intero paese; una filo rosso che in forme diverse procede da secoli e quando nessuno di noi ci sarà continuerà ad andare avanti.

Allo stesso modo il Carnevale viene raccontato come un momento di comunità, di ritrovo, di esaltazione dei valori della civiltà rurale del nostro territorio. Un patrimonio, insomma, di tutti. È per questo motivo che oggi vogliamo condividere con voi alcune riflessioni su quanto avviene a riflettori spenti e nelle segrete stanze.

L’amministrazione con un post delle ultime settimane ha comunicato che il nostro carnevale è stato riconosciuto dal Ministero della Cultura tra i Carnevali Storici d’Italia anche per il 2023. Un riconoscimento che ci fa piacere perché riguarda una tradizione del nostro paese. La cosa ci spinge però a una serie di considerazioni e di domande che, proprio perché si parla di qualcosa di tutti noi, non possiamo non sollevare.

Il dato da cui vogliamo partire è una cifra: 28.000€. Tanto è costato il carnevale 2023, come si apprende dalla determinazione DSG N° 68/2023, con la quale il comune di Satriano ha disposto la liquidazione di 7.000€ in favore dell’associazione Al Parco Onlus, a cui si aggiungono i 21.000€ liquidati dal bando Carnevali Storici (recepito dalla Giunta Comunale del 9/11/2023 – verbale n. 87/2023 – alla quale, guarda un po’, l’assessore Perrone era assente, nonostante si sia svolta in videochiamata WhatsApp).
Si tratta di una somma imponente che stimola la curiosità di tutti soprattuto nell’accostare la proposta culturale realizzata con le spese effettive sostenute. La questione impone alcune domande:

  1. Se si tratta di una festa di tutti, non sarebbe forse il caso di iniziare ad adottare un regime di maggiore trasparenza nella gestione del denaro pubblico ogni anno recepito dagli organizzatori per realizzarla? Non si potrebbe iniziare a pensare ad un rendiconto dettagliato da pubblicare?
  2. Ci chiediamo inoltre come siano da intendere i rapporti tra la festa del Carnevale e la società Ivy Tour, che sul sito web ufficiale dell’evento promuove alcuni pacchetti turistici riguardanti anche alcune delle attività a pagamento previste nei giorni della festa.
  3. Esiste un protocollo di intesa che regoli i rapporti tra l’associazione Al Parco e il Comune, custode della festa, che fornisce con il suo patrocinio denaro, beni immobili e sostegno logistico (utilizzo del boschetto Spera, parcheggi, palestra della scuola riscaldata, altri locali a uso organizzativo, mezzi di locomozione, dipendenti comunali e molto altro)?
    E comunque, posto pure che questo protocollo d’intesa dovesse esistere, i fatti ci portato a pensare che per l’Associazione Al Parco/Ivy Tour le disponibilità del Comune non bastino affatto, visto che incassano direttamente da una serie di servizi quali:
  • 5€ per ogni parcheggio (si parla di centinaia di auto – singolare l’invito degli organizzatori rivolto ai turisti e visitatori di andare altrove in altri paesi nel caso si mostrassero contrariati a pagare);
  • 10€ posto camper;
  • 20€ per la fabbricazione di una maschera da Rumit;
  • 3€ per il giro turistico;
  • migliaia di biglietti della lotteria;
  • contributi cospicui dai bar e attività commerciali;
  • vari sponsor;
  • per ogni esercente che richiede uno stand, un contributo che va da qualche centinaio di a qualche migliaia di euro;
  • per un posto a dormire in palestra, 10€.

Tenuto conto tutto questo ci sentiamo smarriti: i conti sembrano non tornare! Sia chiaro: questa nostra analisi non vuole in alcun modo deprimere l’entusiasmo dei componenti di Al Parco/Ivy Tour che hanno in questi anni lavorato tanto per questa festa, ma vuole essere un’opportunità offerta a loro e a questa Amministrazione di presentare alla comunità la doverosa trasparenza, non fosse altro per tacitare le tante chiacchiere che girano in paese.

One reply on “Cosa si nasconde sotto il Rumit”

E cosa dire del fatto che la festa è ispirata ed animata da nobili principi “ecologisti, ambientalisti e difesa della natura”, peccato che questa ispirazione negli organizzatori dura solo due giorni (sabato e domenica), e poi finisce tutto, si ritorna nelle proprie case lasciando il paese in una condizione a dir poco di schifo, sporco e vandalizzato, e mentre gli organizzatori festeggiano la buona riuscita della festa, e aggiungo dei loro incassi, il comune deve a proprie spese, e quindi spese a carico dell’ intera comunità satrianese, provvedere a rimettere ordine. È però doveroso evidenziare che la responsabilità è degli organizzatori e non di tutti quei ragazzi che con grande entusiasmo dedicano il loro tempo ad aiutare gli organizzatori del carnevale

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