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La scusa del futuro per l’imbarazzo del presente

La Presidenza del Consiglio, l’assenza di una minoranza e le dubbie priorità per la comunità

Come avevamo anticipato, Marcello Pascale è stato eletto presidente del consiglio comunale, come ormai è consuetudine, all’unanimità. Il sindaco ha voluto ribadire l’importanza di questo ruolo, e sottolineare che tutto è stato fatto legittimamente e che non si può bloccare l’attività di un consiglio perché non c’è minoranza. Nessuno avrebbe mai potuto insinuare questo, mentre si è sollevata la questione sull’opportunità di modificare in tale circostanze lo statuto che, come il sindaco stesso ha ricordato, è cosa che si fa raramente proprio in virtù dell’importanza di tale atto. Ha aggiunto che non ci sono solo le minoranze presenti nel consiglio ma anche quelle etniche, linguistiche, sociali. Bene, se ritiene che queste componenti della società siano scarsamente rappresentate nell’attuale assemblea comunale avrebbe prima dovuto riflettere sulla cosa e poi istituire delle commissioni ad hoc, in quanto si fatica a vedere quale sia il valore aggiunto che il presidente del consiglio possa apportare su questi temi. Ci tiene inoltre a precisare che l’inserimento del presidente è solo parte di una modifica globale dello statuto che contempla anche la formazione di commissioni come quella per la disabilità. Iniziativa lodevole la cui realizzazione avrebbe forse meritato la priorità rispetto all’elezione del presidente. Anche dopo ieri sera le motivazioni della creazione di questo organo paiono deboli.

Una riflessione merita anche il recente post del consigliere Petrullo apparso qualche giorno fa sulla pagina del gruppo di maggioranza Satriano Riparte. Egli asserisce che la sua candidatura è stata volta a sopperire ad una lacuna democratica (per questo si utilizzò la formula sostitutiva al termine civetta con quella di lista di Responsabilità Democratica). Poco dopo aggiunge “Noi abbiamo avuto solo il ruolo di evitare un’ulteriore pagina nera per la nostra comunità”. Bene, ma anzitutto c’è da registrare che gli attuali amministratori erano molto meno allarmisti riguardo al rischio commissariamento quando invocavano ripetutamente e vivacemente le dimissioni della scorsa giunta, e sarebbe cosa utile condividere con tutti i motivi che hanno portato a questo cambio di idea.
Detto ciò, ci pare logico, perché consequenziale, che il consigliere Petrullo e gli altri consiglieri di minoranza dimostrino la propria coerenza nell’unico modo possibile, ossia rassegnando le proprie dimissioni. Se la loro è stata una funzione di responsabilità democratica destinata ad evitare il commissariamento è evidente che il proprio ruolo si sia esaurito il giorno stesso delle elezioni.
Tutti noi potremmo solamente plaudire ad una tale dimostrazione di sincerità di intenti, di onestà intellettuale, di rispetto nei confronti delle istituzioni e della cittadinanza. Altrimenti si ammetta che fin da subito l’intenzione non si limitava a evitare il commissariamento e si dica la verità che, come diceva Moro, è sempre illuminante.

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