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L’assessore americano, abbandonato, inganna i cittadini. Lettera di risposta

Dopo aver scoperto, in modo peraltro totalmente casuale, di essere stati oggetto delle attenzioni dell’assessore Perrone, siamo stati in dubbio sul da farsi. In effetti le sue ci sono sembrate considerazioni un po’ noiose, non particolarmente brillanti, fuori tema e anche ripetitive. Eppure, sul tono e sull’impostazione che si è dato riteniamo che qualche cosa vada detta.

  • Innanzitutto, lo ringraziamo per la “sincera compassione” che dice di nutrire nei nostri confronti, perché è sempre bello sapere che qualcuno si preoccupa per noi. Veramente, ci riempie il cuore e ci fornisce un limpido esempio di virtù evangelica: grazie! Gli facciamo tuttavia presente che non c’è motivo di agitarsi. Esattamente dove lo avremmo offeso? Da cosa deduce che la nostra mente sia “affollata da pensieri negativi e distruttivi”? Se, e siamo sinceri, le nostre considerazioni lo hanno ferito ce ne dispiace, perché la vicenda non è personale. Chi ha letto sa che abbiamo sollevato alcune questioni di opportunità politica. È consentito ai cittadini interrogarsi sullo sfruttamento dei beni del patrimonio pubblico o si tratta di lesa maestà?
  • È per questo che ci dispiace che abbia dovuto esporsi tramite un suo canale personale e non attraverso quelli dell’amministrazione, perché è appunto all’amministrazione e non alle persone che noi ci rivolgiamo. Ne deduciamo però un dato anche in questo caso politico, e cioè che evidentemente l’amministrazione non ha ritenuto di doversi fare carico di questa situazione, e che l’assessore si trova isolato all’interno della sua stessa maggioranza, e alla luce di ciò ci viene quasi voglia di manifestargli la nostra umana solidarietà.
  • Assistiamo poi al ritorno di un grande cavallo di battaglia che mancava da un po’ di tempo, e cioè la storia trita e ritrita che avremmo dovuto candidarci invece di parlare e nasconderci “dietro una tastiera”. Al dì là del fatto che ora esistono i touchscreen e l’immagine della tastiera è ormai un po’ passata (direbbero i giovani che è un po’ da boomer), saremmo quasi tentati di chiuderla con una battuta chiedendogli se interessarsi alla politica del proprio paese non faccia parte di questo famoso e perennemente ribadito spirito di comunità a cui tanto tiene. E invece ci vediamo costretti a ricordagli ancora una volta che, in un regime democratico quale è il nostro, se siamo stati candidati o se lo saremo è del tutto irrilevante, perché chiunque ha diritto a “manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto o ogni altro mezzo di diffusione”, secondo quanto recita l’articolo 21 della Costituzione italiana che all’assessore americano consigliamo di leggere con attenzione. Ne ha bisogno! Se, in base al suo livello di consapevolezza civica e consistenza politica, l’assessore non ritiene opportuno questo diritto, ci limitiamo a registrarlo. Del resto, noi non riteniamo opportuno che si possa fare parte della Giunta da un altro continente (almeno è quanto riteniamo insieme a tutti i cittadini dotati di buon senso, al contrario del sindaco Vita che con questa decisione ha riempito di ridicolo la sua Giunta e di imbarazzo i singoli consiglieri comunali, che non ritengono di dover dire qualcosa su questa anomalia).
  • Andando avanti, che la manifestazione sia bella o brutta è un’altra cosa irrilevante. Abbiamo fatto commenti a riguardo? Non abbiamo in altre occasioni riconosciuto i meriti degli organizzatori e di quanti contribuiscono a vario titolo a conservare e valorizzare questo patrimonio comune? Non abbiamo forse detto, permetteteci l’autocitazione, che la “nostra analisi non vuole in alcun modo deprimere l’entusiasmo dei componenti di Al Parco/Ivy Tour che in questi anni hanno lavorato tanto per questa festa”? Semplicemente è un aspetto che non ha nulla a che vedere con la questione. Certo, ogni tanto ci è venuta la curiosità di sapere se l’interpretazione ortodossa della dottrina dello spirito di comunità consenta di avere gusti diversi dai suoi, ma per questo ci rimettiamo al giudizio del Custode della Tradizione e Guardiano della Rivoluzione.
  • Ci siamo inoltre mai permessi di fare il nome di persone che a differenza dell’assessore americano non rivestono ruoli pubblici e alle quali vanno i nostri più sinceri auguri di buon lavoro e anche la nostra personale simpatia? Ci siamo mai permessi di tirare in mezzo persone che nulla hanno a che vedere con la dialettica politica? No, perché possiamo essere duri e ironici, ma per noi il rispetto per le persone e della dimensione intima di ognuno è un valore che non va mai dimenticato.
  • Sulla questione delle firme non cediamo alle provocazioni. Tutti in paese sanno chi siamo, e pure l’assessore americano, che quando ha voluto cercarci ha saputo a chi rivolgersi. Lo ha saputo fin dall’inizio del suo mandato, quando ci propose a Giugno del 2019 di diventare a pagamento la redazione del Comune Informa (proposta da noi mai accettata perché convinti che la libertà non ha prezzo), e lo ha saputo fino al 2020 (dopo non siamo più stati contattati) per la nostra totalmente gratuita collaborazione alla realizzazione del Carnevale.
  • Veniamo brevemente alla questione contabile. Carnevale a costo zero per il Comune? Non ci interessa, non ne avevamo parlato: l’assessore americano devia l’attenzione su questo presunto merito, ma non parla dei soldi che comunque vengono versati alle società che organizzano il carnevale. Noi, appunto, chiedevamo uno sforzo di trasparenza, considerato che sempre di soldi pubblici si tratta (che siano risorse comunali o statali, derivano tutte dalla contribuzione dei cittadini, anche satrianesi); chiedevamo un rendiconto delle entrate e delle uscite. E infatti, l’assessore americano continua a non rispondere, ad esempio, sulle entrate che Al Parco ha avuto (e in alcuni casi avrà ancora) sfruttando beni comunali come la palestra, i parcheggi o l’area camper.

Non riteniamo di dover aggiungere molto altro, almeno per il momento. Noterete che tra i nostri articoli, questo incluso, e quello dell’assessore americano, corre una netta differenza di stile e contenuto. Noi continuiamo a citare atti e a fare domande pertinenti; lui invece la butta in caciara (strumentalmente) per generare confusione e disorientamento nell’opinione pubblica: proprio lui che si è voluto chiamare assessore al senso di comunità. Ci stupisce e spaventa, trattandosi di un amministratore pubblico, la superficialità di molte sue dichiarazioni, che, se è vero quanto scrive, fanno emergere il sospetto sia di una conduzione della macchina amministrativa non proprio conforme alle norme, sia di conflitti di interesse e di incompatibilità. Su questo, il sindaco Vita è chiamato, per dovere di carica, a fare chiarezza pubblicamente e a provvedere con gli strumenti che la legge gli offre. Ed è un dovere che si ripercuote anche sui singoli consiglieri comunali che, avranno, nonostante ormai uscenti, l’opportunità di recuperare credibilità e serietà agli occhi dei satrianesi.

Ci sia consentito infine di ricambiare gli auguri di ogni bene all’assessore americano. Senza compassione, però, da parte nostra, perché la compassione è cosa seria.

Ogni bene al Carnevale di Satriano.
Ogni bene ai satrianesi. Tutti, compreso l’assessore americano.

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Qui si possono leggere i nostri due precedenti articoli: 1. Cosa si nasconde sotto il Rumit 2. Anche sul Carnevale avevamo ragione

Qui si può leggere l’articolo di Perrone: www.roccoperrone.com/blog

La firma dell’Assessore Perrone