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Sull’IRPEF si continua a mentire: ecco la palese verità

+50.000€ sottratti alle tasche dei cittadini. Vi spieghiamo perché

ABBIAMO APPREZZATO IL CONTEGNO DEL SINDACO CHE, NON ESSENDO EVIDENTEMENTE IN GRADO DI DOCUMENTARE QUANTO DA LUI AFFERMATO NEL CORSO DELL’ULTIMO CONSIGLIO COMUNALE CIRCA L’ OBBLIGATORIETÀ DELL’AUMENTO DELL’ALIQUOTA DELL’ADDIZIONALE COMUNALE IRPEF DALLO 0,5% ALLO 0,8% (DELIBERA DI CONSIGLIO COMUNALE N. 12 DEL 16.04.2020), HA ACCOLTO L’INVITO A TACERE, OPTANDO PER UN DECOROSO, SEBBENE POCO ONOREVOLE, SILENZIO.

Non altrettanto apprezzabile si dimostra la patetica quanto goffa difesa dell’indifendibile da parte del Consigliere Comunale Graziano Langone (riportata in calce a questo articolo), il quale, in totale assenza di senso del pudore e mancanza di rispetto verso l’intelligenza e la pazienza dei propri concittadini, si ostina a sostenere, senza fornire alcun oggettivo elemento di riscontro, che il suddetto aumento delle tasse destinate al Comune sarebbe stato atto dovuto per previsione della legge 296/2006. Egli ritiene forse, sulla base del vecchio adagio in virtù del quale ciascun dal proprio cuore l’altrui misura, che i satrianesi non sappiano leggere.

Sul punto si impone una breve replica alla personalissima ed estemporanea interpretazione del Consigliere Comunale, neppure vagamente motivata, sprovvista di qualunque argomentazione, non sostenuta da puntuali riferimenti normativi, smentita dalla ben più autorevole interpretazione del Centro Studi della Camera dei Deputati, richiamata nell’articolo pubblicato da Il Pietrafesano il giorno 4 Agosto, e dal chiarissimo tenore della legge -artt. 1, commi 691 e 692, L. 296/2006 (rimandiamo al link per chi voglia una spiegazione più dettagliata: basta cliccare qui).

L’aumento dell’aliquota, ove ve ne fossero stati i presupposti (diffida da parte del Presidente del Consiglio dei Ministri e inclusione del Comune di Satriano di Lucania nell’elenco degli enti locali che non hanno rispettato il patto di stabilità interno), sarebbe stato automatico, nel senso che i Satrianesi sarebbero stati obbligati ad applicare la maggiore aliquota senza necessità di adozione di alcun provvedimento da parte del Comune. Non risponde al vero, come afferma Langone, che il significato della norma sia complesso da comprendere: le disposizioni di legge sono molto chiare, esplicite e non lasciano margini a dubbi interpretativi: l’obbligo per i cittadini di maggiorare di 0,3 punti percentuali l’aliquota dell’addizionale comunale Irpef scatta automaticamente a seguito della intimata diffida da parte del Presidente del Consiglio dei Ministri e della successiva inclusione del Comune nell’elenco degli Enti irrispettosi del patto di stabilità interno da parte del MEF – Ministero dell’Economia e Finanze. Abbiamo formalmente invitato il Sindaco a esibire, ove esistenti, la diffida intimata dal Presidente del Consiglio dei Ministri al Comune di Satriano di Lucania e l’elenco formato dal MEF contenente il nominativo Comune di Satriano di Lucania; il Sindaco non ha risposto.

In mancanza di tali atti è confermato che: a nessun aumento delle tasse erano obbligati i Satrianesi; nessun obbligo aveva l’Amministrazione Comunale di aumentare le tasse; a nessuna sanzione era esposto il Comune.
Del resto, è significativo che le puntuali e circostanziate osservazioni svolte nell’articolo pubblicato da Il Pietrafesano il 4 agosto mediante richiamo delle singole disposizioni di legge rilevanti per la questione, non siano state pubblicamente contraddette dagli Amministratori Pubblici.
Eppure, Sindaco e Presidente del Consiglio Comunale sono entrambi laureati in scienze giuridiche e dovrebbero dunque essere dotati delle competenze necessarie per spiegare e giustificare in modo analitico, chiaro e convincente ai propri concittadini la asserita obbligatorietà della loro decisione di inasprire la pressione fiscale; senza contare il contributo che avrebbe potuto fornire alla comprensione il Consigliere Comunale Antonio Pascale, delegato alla finanza pubblica.

Dobbiamo infine fare notare che non solo non risulta dall’albo pretorio un’integrazione dell’atto ma che anche il verbale del consiglio comunale non riporta, guarda un po’, la fallace spiegazione fornita dal sindaco.
D’altro canto, lascia sgomenti la testarda mancanza di rispetto mostrata dal consigliere Graziano Langone il quale, ritenendo forse che i Satrianesi oltre a non sapere leggere non sappiano neppure contare, afferma con disarmante candore ed infondata sicumera che, a seguito dell’aumento dell’aliquota dell’addizionale comunale Irpef, la maggior pressione fiscale a carico della intera Comunità si attesterebbe su un importo complessivamente inferiore a 3.000,00 €.
Ora occorre anzitutto precisare che al momento nessuno sa né può sapere con esattezza a quanto ammonterà l’incasso, e che la stessa cifra di 3.000,00 € riportata dal consigliere è una previsione. Previsione che riteniamo essere assolutamente sbagliata e pericolosamente fuorviante.

Ragionando:

  • l’innalzamento dell’aliquota dell’addizionale Irpef comunale dallo 0,5% allo 0,8% ha comportato un aumento dell’imposta del 60% e questa non è un’opinione ma un dato aritmetico;
  • poiché ancora non è dato conoscere quale sarà la base imponibile Irpef del nostro Comune per l’anno 2020, l’unica stima possibile al momento è quella presuntiva che assume quale riferimento il valore della base imponibile Irpef registrata nell’anno 2018, quando il reddito imponibile Irpef prodotto dei Satrianesi è ammontato a complessivi € 18.313.635,00 ed il gettito dell’addizionale comunale Irpef, calcolata all’aliquota dello 0,5% all’epoca vigente, è stato di € 92.106,00 (dati ufficiali pubblicati sul sito governativo del Ministero dell’Economia e Finanze, liberamente consultabile cliccando qui);
  • presumendo che nell’anno 2020 il reddito dei Satrianesi sarà lo stesso del 2018, il gettito dell’addizionale comunale Irpef, calcolata all’aliquota dello 0,8% deliberata dall’Amministrazione del Sindaco Vita, sarà di € 146.509,00 (€ 18.313.635,00 x 0,8%) CON AGGRAVIO PER LE TASCHE DEI CITTADINI DI BEN € 54.400,00 CIRCA ALL’ANNO (ossia del 60%).
    Questo il nostro elementare calcolo, restiamo in trepidante attesa di conoscere l’algoritmo che consente al consigliere Graziano Langone di stimare in meno € 3.000,00 il maggior introito derivante al Comune per effetto del deliberato aumento dell’aliquota dell’addizionale comunale Irpef.

Ci tocca infine fargli presente che non può giustificarsi dicendo di non essere addentro alla materia. Un discorso di questo genere lo può fare un cittadino qualsiasi per strada ma non di certo chi vota in consiglio comunale e addirittura ricopre o dovrebbe ricoprire un ruolo di responsabilità e di leadership nei confronti del gruppo. Fin quando si parla di “cutturied” ed infiorate può anche andare bene, ma essere un amministratore non è la stessa cosa di far parte di una bocciofila privata, ad un politico è richiesto di essere competente nei campi più svariati, di studiare, di calarsi nelle questioni.
Altrimenti è meglio lasciare stare, prendere atto della propria inadeguatezza e trarne le necessarie conseguenze per il bene della comunità.

Il commento del Consigliere Langone